Le misure antismog tornano alla ribalta, con restrizioni e divieti a partire dal 1 ottobre fino al 30 aprile. Ma ricordando l’esperienza degli anni passati si rimembra che tra deroghe e mancati controlli le misure vengono di molto svilite.
A tal fine si è tenuto giovedì 26 agosto in videoconferenza, il Tavolo Tecnico Zonale (TTZ) sulla qualità dell’aria riunito grazie alla Provincia di Verona. Sono intervenuti i rappresentanti dei Comuni, del Palazzo Scaligero, di Arpav, della Regione del Veneto e dell’Ulss 9 Scaligera.
Fra i punti salienti all’ordine del giorno l’illustrazione del pacchetto di misure – incentivi e limiti – della Regione del Veneto per la qualità dell’aria, in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea del novembre 2020 sul superamento dei valori limite di Pm 10. Misure contenute nella Dgr 1089 di agosto che ribadisce e approfondisce quanto già indicato dalla scorsa Dgr 238 di marzo.
I funzionari regionali hanno ribadito che permarrà solamente in allerta verde – dal primo ottobre al 30 aprile – la deroga, richiesta dalla Provincia e dal Comune di Verona, al divieto della circolazione agli euro 4 diesel nei Comuni con più di 30 mila abitanti e nell’agglomerato urbano. La sospensione del divieto rimarrà in vigore per tutto il periodo dello stato di emergenza per il Covid-19.
Il limite ai diesel euro 4 verrà comunque riattivato in allerta arancio e verrà esteso anche ai veicoli a benzina euro 2 e diesel euro 5 atti al trasporto di persone. Inoltre in allerta rossa dovranno fermarsi i diesel euro 5 per il trasporto merci.
Nell’ambito agricolo/zootecnico, dal primo ottobre al 15 aprile in allerta superiore a verde, verrà vietato lo spandimento di liquami, fatto salvo mediante la tecnica a “iniezione” o con interramento immediato. La stessa misura – la quale esclude i comuni dell’area “Alpi e Prealpi” (parte del Baldo e della Lessinia) – era stata introdotta anche nella scorsa stagione solamente per i soli mesi di marzo e aprile. Inoltre per l’acquisto dei mezzi per l’interramento la Regione Veneto ha previsto un apposito fondo così come per la copertura delle vasche dei liquami. Incentivi anche per la “rottamazione” delle stufe a biomasse con efficienza minore a tre stelle, il cui uso – in assenza di sistemi alternativi – sarà vietato in allerta verde (dal primo ottobre al 30 aprile), mentre non si potranno accendere neanche quelle sotto le 4 stelle in allerta arancio e rossa. C’è poi l’indicazione di abbassare di un grado il riscaldamento negli edifici in allerta arancio e rosso (area ‘Alpi e Prealpi’ esclusa) e di rendere strutturale lo smartworking fino al 50% nelle pubbliche amministrazioni per contenere il numero di veicoli circolanti. Previste anche sette domeniche ecologiche nel periodo autunnale e invernale, con lo stop di tutti i veicoli, tranne quelli elettrici, nei comuni con oltre 30 mila abitanti e in quelli dell’agglomerato urbano (14, oltre al capoluogo, in territorio veronese). L’indicazione era di calendarizzarle con frequenza mensile da ottobre ad aprile. Su proposta della Provincia e del Comune di Verona si è aperto alla possibilità di programmarle anche con frequenza differente per non penalizzare le attività economiche nei periodi delle principali festività invernali.
«Le singole azioni, comprese le domeniche ecologiche, possono avere un impatto contenuto sulla qualità dell’aria – commenta il Consigliere provinciale con delega all’Ambiente -, ma l’insieme delle misure, come dimostrato dagli studi effettuati da Arpav, potranno permetterci di superare questa criticità, di abbassare i rischi per la salute dei nostri cittadini e di evitare che la Commissione Europea e altri organi di controllo individuino eventuali responsabilità delle amministrazioni per il mancato rispetto dei limiti di Pm 10. Come Provincia continueremo a coordinare i nostri Comuni per individuare, se possibile, e proporre alla Regione misure efficaci ma meno impattanti sulla mobilità e sul tessuto economico veronese».
Durante il Ttz diversi rappresentanti dei Comuni hanno enunciato perplessità su tali misure. Comunque resta competenza e responsabilità di ogni Sindaco emettere le rispettive ordinanze che prescrivono i divieti contenuti nella Dgr regionale.
Inoltre il Ttz ha fatto il punto sulla richiesta, su sollecito della Corte dei Conti, del Ministero della Transizione Ecologica alle Regioni dell’accordo di Bacino Padano (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte) sui piani dei Comuni e i relativi provvedimenti in esecuzione sui Piani regionali di tutela e di risanamento dell’aria.
In tale ambito la Regione del Veneto ha chiesto alle Province di trasmettere entro il 30 agosto tutto il materiale necessario. Perciò il Palazzo Scaligero ha avviato, nelle scorse settimane, un confronto fra i Comuni veronesi per raccogliere i documenti da mandare a Venezia.
L C
Fonti: http://www.targetnotizie.it/