L’effetto della guerra in Ucraina sul lavoro.
All’alba del 24 febbraio 2022 il mondo intero si è svegliato con il drammatico annuncio con cui Vladimir Putin dava inizio all’operazione militare in Ucraina ufficialmente per disarmare il Paese e per denazificare. Di colpo l’Europa si è ritrovata in una situazione che ha riportato alla mente quanto avvenne nel 1939 con l’allora Germania nazista di Hitler che invase l’Austria, la Polonia e tutte le altre nazioni confinanti portando morte e disperazione ovunque.
Le circostanze sono differenti ma le ricadute ci saranno soprattutto per la povera gente e per il settore economico anche perché gli USA, l’Unione Europea, la Gran Bretagna e tutti i Paesi che fanno parte della NATO, hanno previsto pesanti sanzioni economiche per la Russia.
Tuttavia, potrebbero esserci conseguenze anche per il mondo del lavoro in Italia vista la dipendenza del nostro Paesi nei confronti della Russia per gli approvvigionamenti energetici. Vediamo come sta cambiando il mondo del lavoro e quello che potrebbe accadere.
In Italia il mondo del lavoro è specchio dell’attuale società sempre più indirizzata alle nuove tecnologie e all’utilizzo di Internet praticamente per qualsiasi cosa come dimostrato dai dati di Annuncilavoro360. Non a caso la mansione più richiesta in maniera trasversale nel Paese è l’ingegnere seguita dall’autista e dal contabile.
Ci sono però situazioni in forte contrasto perché nella parte più a Nord del Paese e in particolare in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia la mansione più gettonata resta quella dell’operaio con a distanza l’impiegato e quindi l’esperto di marketing in territorio lombardo, l’ingegnere in Emilia Romagna e il magazziniere in Veneto.
Da sottolineare che questa impronta è ancora molto forte perché Lombardia, Veneto, Emilia Romagna rappresenta una fetta considerevole delle attuali proposte di lavoro.
Per avere idea della marcata differenza è sufficiente pensare che in Lombardia ci sono oltre 100 mila richieste di personale con varie mansioni mentre sommando i numeri di Molise, Basilicata, Sardegna e Calabria si arriva a superare di poco quota 12 mila.
C’è comunque da ricordare che c’è una certa differenza di popolazione tra queste aree del Paese. Ci potrebbero essere però delle difficoltà per tutte quelle mansioni che si riferiscono soprattutto al comparto energetico per cui quanto meno, in una fase molto delicata e di grande incertezza come quella attuale, tutte le attività del comparto potrebbero quanto meno congelare le assunzioni.
C’è una certa stabilizzazione per quanto riguarda la tipologia di mansione più richiesta in tutto il Paese, ma gli scompensi potrebbero esserci soprattutto per quanto riguarda la modalità di collaborazione.
Questa situazione di incertezza potrebbe frenare le intenzioni delle aziende nell’assumere nuovo personale in virtù di una guerra che potrebbe riguardare altre zone d’Europa e che certamente avrà delle ricadute dal punto di vista economico e dei rapporti tra i vari stati. Attualmente già c’è una maggiore proposta di contratti di lavoro orientati verso la flessibilità.
Infatti la modalità di collaborazione attualmente più richiesta in maniera trasversale del Paese è quella del part-time seguita a ruota dal tempo determinato.
In media giusto per dare un’idea concreta di quello che sta accadendo al mondo del lavoro, circa ogni 10 contratti sottoscritti con modalità part-time oppure tempo determinato se ne stipula uno a tempo indeterminato e orario pieno. Le altre forme allo stato attuale seppur molto più contenute sono una consulenza con un collaboratore esterno all’azienda che offre la propria professionalità oppure il tirocinio che permette alle aziende di accedere agli incentivi statali.
Il titolo di studio ancora più richiesto è il diploma di maturità.
La proporzione è che per ogni annuncio di lavoro per un laureato ce ne sono almeno tre per un diplomato. Molta più ristretta è la cerchia di mansioni previste con master grossomodo una ogni 100 proposte di lavoro.
C’è da segnalare un trend che si è manifestato soprattutto nell’ultimo mese con molti più annunci di lavoro per quanti hanno frequentato solo esclusivamente la scuola dell’obbligo e quanti sono provvisti di dottorato in diversi settori. Probabile che comunque le conseguenze della guerra in Ucraina riguardino in maniera trasversale un po’ tutto il mondo del lavoro per quanto concerne i titoli richiesti.
G.R.