Verona rimembra le vittime innocenti della criminalità organizzata e delle mafie

Il Comune di Verona nella trentesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ha riunito tutte le autorità cittadine e i sindaci della provincia per ribadire quali sono le urgenze tuttora per contrastare la criminalità organizzata. E lo ha fatto insieme alle associazioni importanti impegnate sul territorio a fronteggiare civilmente il fenomeno, come Libera e Avviso Pubblico, assieme agli studenti delle scuole superiori della città. Per non dimenticare, per sensibilizzare e per agire, tutti assieme.

“Il primo passo per ricordare le vittime è quello di sentirci dalla loro parte, scegliendo ogni giorno di stare dalla parte giusta, preferendo la legalità all’illegalità, i valori delle nostre comunità rispetto a ciò che più conveniente- ha esordito il sindaco di Verona Damiano Tommasi -. E’ la scelta che hanno fatto le vittime innocenti di mafia, uomini e donne che hanno scelto la strada dell’onestà rispetto alla via più semplice e meno pericolosa, dimostrando una forza individuale che deve diventare invece collettiva. Le istituzioni sono già compatte in questa lotta alla criminalità organizzata, consapevoli che si tratta di un fenomeno ben presente sul nostro territorio per il cui contrasto servono ulteriori strumenti rispetto a quelli già in possesso. Va in questa direzione l’unanime richiesta al Governo da parte dei 98 sindaci della provincia di avere dei presidi di legalità sul territorio, delle lenti di ingrandimento sulle attività produttive e sulle aziende affinchè non diventino prede delle infiltrazioni mafiose. Dobbiamo essere consapevoli che le azioni da sole diventano testimonianza, ma se si uniscono diventano il vero cambiamento, quello a cui vogliamo arrivare con il coinvolgimento di tutti a cominciare dai giovani, il cui impegno è fondamentale per una comunità che sceglie di stare dalla parte giusta”.

Presenti anche i rappresentanti delle istituzioni, impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata con tutti i mezzi a disposizione e unite nel chiedere ulteriori strumenti a supporto delle Forze dell’ordine, come ad esempio prevedere il distacco presso la Procura della Repubblica di Verona di un magistrato della Direzione Distrettuale Anti Mafia (D.D.A.), richiesto a piena voce più di un anno fa da tutti i sindaci della provincia di Verona, guidati dall’amministrazione comunale di Verona.

“Una giornata per ricordare ma anche per agire e che può essere letta come un viaggio – ha rimarcato l’assessora alla Sicurezza, Legalità e Trasparenza Stefania Zivelonghi -. Un viaggio che attraverso la lettura dei nomi delle vittime innocenti di mafia per vicende che si sono sviluppate lungo tutta la Penisola negli anni siamo arrivati fino qui, e da qui dobbiamo partire per noi per una riflessione sul nostro territorio. Bisogna sicuramente agire perché questa mattina c’erano gli studenti, le istituzioni e le associazioni ma dobbiamo arrivare a tutti i cittadini, rendendoli consapevoli che sono anch’essi parte di un sistema che deve sradicare il radicamento delle mafie”.

L’assessora Zivelonghi ha ricordato l’appello delle istituzioni e dei sindaci della provincia per portare a Verona una sezione della direzione distrettuale antimafia, un appello che ha visto la risposta del Ministro dell’Interno Piantedosi ed è ancora in attesa di quella del Ministro della Giustizia Nordio.

“Non facciamo l’errore di sottovalutare questo fenomeno pensando che non ci riguardi – ha affermato il Prefetto Demetrio Martino -. L’operato della criminalità è spesso nascosto e può contare da un lato di una grande capacità di penetrazione nei sistemi produttivi e dall’altro di una indifferenza generalizzata. Invece questi fenomeni appartengono a tutti noi, nessuno può sentirsene escluso e l’antidoto principale è quello di fare massa critica, di essere una vera collettività, di stringere il patto tra istituzioni cittadine e giovani affinché questa consapevolezza porti ad un’attività corale con l’obiettivo di difendere la vita. L’impegno di oggi è quello di rinsaldare la consapevolezza nella collettività, soprattutto nei giovani, che stanno facendo quel percorso di crescita che li porterà ad essere i cittadini di domani”.

“Ogni soggetto della società deve fare la sua parte- ha chiarito il Procuratore di Verona Raffaele Tito -. La mafia è forte, controlla le attività economiche, legali e illegali, entra a dominare su pezzi di territorio, cerca di controllare in ogni ambiente, affascina con il denaro guadagnato facilmente. Ma la mafia si lega indistruttibilmente anche alla corruzione, che è il male principale della nostra società. La corruzione significa questo, che tra criminalità organizzata, criminalità politica ed economica è sempre più difficile distinguere. Ma la lotta alla mafia e alla corruzione non materia di soli giudici e delle forze di polizia. Quindi, indignatevi, non subite, esternate il vostro giudizio riprovevole verso i fatti criminali che vi circondano. Non girate la testa dall’altra parte, dissociatevi dal criminale, chiunque esso sia, comunque se è vestito ed anche se porta camicie e trabatti. Siate cittadini attivi e non passivi telespettatori. La scuola è un terreno decisivo per la formazione di coscienza civica e per trasmettere ai giovani il senso della legalità. Sarebbe un grande errore pensare che tocchi soprattutto ad altri, che sia soltanto un problema dello Stato e dei suoi rappresentanti. È un compito che riguarda ciascuno di noi nell’agire quotidiano, nei comportamenti personali, nella percezione del bene comune, dell’etica pubblica che riusciamo ad esprimere. E quindi la lotta alla mafia e al sistema della corruzione deve essere sempre condotta da tutti noi sul terreno della legalità, del diritto, senza mai venire meno a quei principi che contraddistinguono lo Stato democratico”.

“Il ricordo delle vittime è lo stimolo per rinnovare l’impegno che la rete di più di 1600 associazioni di Libera ha sempre impiegato per contrastare mafie e corruzione – ha detto Rossella Russo dell’associazione Libera-. Lo scopo è quello di rendere la società civile più libera, più uguale. Noi miriamo alla tutela dei diritti di tutti, nessuno escluso. Ringrazio quindi le scuole, ma non bastano. Ringrazio le associazioni che sono qui. Ringrazio i sindaci, sicuramente, ma non ci basta. E triste vedere così poca gente in piazza, è triste vedere che nessuno vuole ascoltare”.

“E’ passato sulla stampa il messaggio che la richiesta della DDA a Veorna sia perché le Forze dell’ordine spiegate per la lotta contro la mafia siano insufficienti- ha detto il presidente di Avviso Pubblico Daniele Zivelonghi -. Non è assolutamente così ed anzi non ci sono parole adeguate per ringraziare il lavoro immane che gli uomini e le donne delle Forze dell’ordine fanno ogni giorno nella lotta contro l’illegalità e contro la mafia. Eppure tutto questo sforzo non è sufficiente. Ecco perché chiediamo un’attenzione particolare per combattere un fenomeno silenzioso e non abbastanza conosciuto. Oggi lo sforzo è quelli d riconoscere il problema, definirne i contorni e per quanto possibile e lottare contro di esso. Ricordiamo oggi le persone che hanno dato la vita per lottare, trovandosi troppe volte da sole. Pensiamo anche a chi rischia tutti i giorni la vita per questo stesso motivo. E questa è la coscienza che dobbiamo avere, non perché qualcuno se ne occupi, ma perché ognuno di noi diventi protagonista della lotta contro le mafie. Grazie a tutti per essere venuti”.

E’ stata petrciòla volta degli studenti presenti e delle loro testimonianze frutto del lavoro fatto in classe o del viaggio che li ha portati a Palermo, sui luoghi di Falcone e Borsellino e dove è forte la testimonianza di chi ha speso la vita per combattere la criminalità organizzata. Le scuole oggi alla manifestazione erano i Licei Galileo Galilei, Dal Cero, Copernico e gli istituiti Giorgi e Lorgna Pindemonte. A nome di tutti gli studenti della provincia è intervenuta infine la presidentessa della Consulta studentesca Camilla Bardini.

L C