Risultano ancora 146 zone veronesi carenti, vuol dire scoperte o parzialmente scoperte da medico di base, nel territorio dell’Ulss 9 Scaligera, soltanto 18 in meno rispetto al maggio dell’anno scorso. Questo è l’esito del bando di “reclutamento” iniziato il maggio scorso da Azienda Zero, che per il territorio scaligero ha visto appunto l’assegnazione di soltanto 18 nuovi medici di base rispetto ai 164 necessari (6 dei quali assegnati per trasferimento, 7 per inserimento in graduatoria e 5 inserimenti di diplomati in medicina generale).
La mancanza di medici resta perciò a livelli di emergenza, non a caso Azienda Zero ha rimappato il fabbisogno del territorio e riallargato nuovamente i termini del bando, questa volta con scadenza 1 settembre 2022.
Per quanto concerne la distribuzione territoriale, 18 zone carenti su 146 si trovano nel Distretto 1 dell’ex Ulss 20, comprendente la Città e il Comuni della cintura Est (-3 rispetto a maggio); ben 47 si trovano nel Distretto 2 dell’Est Veronese (-9 rispetto a maggio); 32 nel Distretto 3 della Pianura, ex Ulss 21 di Legnago (-2 rispetto a maggio); e altre 49 nel Distretto 4 dell’Ovest Veronese, ex Ulss 22 di Bussolengo, (-4 rispetto a maggio).
Andando maggiormente nel dettaglio, migliora di poco o pochissimo la situazione nell’Ambito 3 del Distretto 1, comprendente le Circoscrizioni 1^, 2^ e 3^ di Verona, dove le zone carenti calano da 12 a 8. Nell’ambito 6 del Distretto 2, comprendente le Circoscrizioni 4^ e 5^ e i Comuni di San Giovanni Lupatoto, Buttapietra, Castel D’Azzano, le zone scoperte calano da 28 a 21. Nell’ambito 2 del Distretto 4, comprendente i Comuni del Lago e dell’entroterra gardesano, le zone scoperte calano da 17 a 16.
In ogni caso piccoli sollievi che non fanno terminare una emergenza ormai endemica che lascia privi di assistenza primaria decine di migliaia di veronesi, soprattutto anziane e anziani.
“Come Spi Cgil vediamo un piccolo spiraglio nell’emendamento Carnevali (capogruppo Pd in commissione Affari Sociali della Camera) in corso di approvazione in Parlamento che punta ad assegnare ai medici di continuità assistenziale (le guardie mediche) la possibilità di avere fino ad 850 assistiti. Secondo noi è chiaro che queste nuove forze andrebbero impiegate nelle zone e negli ambiti più carenti”, afferma il Segretario Generale dello Spi Cgil Verona Adriano Filice.
“Ma ancora non basta: di fronte ad una emergenza così vasta e grave è necessario che l’Ulss intavoli un serio confronto con le parti sociali e i Sindaci del territorio, per fare squadra e incentivare il convenzionamento di nuovi medici di medicina generale ma soprattutto incentivare le associazioni tra medici, così da formare unità più complesse ed efficienti. Un passo che richiede che la Regione fornisca sostegno amministrativo e infermieristico alle nuove realtà che possono nascere dalle aggregazioni di medici. Ma prima ancora è necessario che i Comuni mettano a disposizione dei nuovi possibili ambulatori di medicina associata degli spazi e dei locali. Che vanno trovati”, conclude infine il segretario dello Spi Cgil Verona.
L C
Fonti: https://www.mattinodiverona.it/