Sudan: 2 anni di guerra e milioni di persone disperate.MSF: “È la più grande crisi umanitaria al mondo”

piccolo paziente soccorso anel centro MSF di Kassala

14 aprile 2025 – Entra nel suo terzo anno la guerra in Sudan, combattuta tra le Forze di Supporto Rapido (RSF) e le Forze Armate Sudanesi (SAF) mentre la popolazione civile rimane vittima di violenze, bombardamenti. Il 60% della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria e il Sudan è attualmente l’unico posto al mondo in cui la carestia è stata ufficialmente dichiarata in più aree.

Medici Senza Frontiere (MSF), che lavora in 10 dei 18 stati sudanesi e in oltre 33 strutture mediche, ribadisce il suo appello alle parti in conflitto e ai loro alleati per rimuovere tutte le restrizioni imposte alla circolazione delle forniture e del personale umanitario.

“Le parti in conflitto non solo non proteggono i civili, ma stanno anche aggravando le loro sofferenze ogni giorno di più” dichiara Claire San Filippo, coordinatrice delle emergenze di MSF. “Ovunque si guardi nel paese, ci sono … Milioni di persone non ricevono quasi nessun aiuto umanitario, le strutture e il personale medico continuano a essere attaccati e le organizzazioni umanitarie non riescono a fornire nemmeno una minima parte di ciò che è necessario”.

Negli ultimi 2 anni, sia le RSF che le SAF hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le RSF e i suoi alleati hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche mettendo sotto assedio città e strutture umanitarie.

Malnutrizione ed epidemie

La fame dilaga: la carestia è stata dichiarata per la prima volta nel campo per sfollati di Zamzam lo scorso agosto, da allora si è diffusa in altre dieci aree e altre diciassette regioni sono ora sull’orlo del baratro. Il Sudan è attualmente l’unico posto al mondo in cui la carestia senza un intervento immediato mette a rischio centinaia di migliaia di vite.

In Darfur meridionale, MSF ha supportato campagne di vaccinazione per bambini sotto i due anni a marzo. Oltre 17.000 bambini vaccinati sono stati sottoposti anche a screening per la malnutrizione, mostrando che il 7% di loro soffriva di malnutrizione acuta grave, con il 30% di malnutrizione acuta globale. In Darfur settentrionale, durante una distribuzione di alimenti terapeutici a Tawila nel dicembre 2024, MSF ha sottoposto a screening oltre 9.500 bambini sotto i 5 anni, riscontrando un tasso di malnutrizione acuta globale del 35,5%, con il 7% dei bambini affetti da malnutrizione acuta grave.

Il Sudan sta affrontando anche molteplici emergenze sanitarie. I team di MSF hanno trattato oltre 12.000 pazienti, tra cui donne e bambini, per traumi direttamente causati dagli attacchi, e il paese sta vivendo una delle peggiori crisi sanitarie materno-infantili che si siano mai viste al mondo. Nell’ottobre 2024, in due strutture supportate da MSF a Nyala, capitale del Darfur meridionale, il 26% delle donne incinte e in allattamento che cercavano assistenza era gravemente malnutrito.

“I focolai di morbillo, colera e difterite si stanno diffondendo a causa delle cattive condizioni di vita e delle campagne di vaccinazione interrotte. Il supporto alla salute mentale e l’assistenza ai sopravvissuti alla violenza sessuale rimangono dolorosamente limitati. Queste crisi riflettono non solo la brutalità del conflitto, ma anche le terribili conseguenze di un sistema sanitario in rovina e di una risposta umanitaria fallimentare” afferma Marta Cazorla, coordinatrice delle emergenze di MSF.

Dall’aprile 2023 ad oggi, più di 1,7 milioni di persone hanno ricevuto assistenza sanitaria presso ospedali, strutture sanitarie e cliniche mobili che MSF supporta o in cui lavora, e più di 320.000 persone sono state ricoverate nei reparti di emergenza di MSF. Nel 2024 le équipe di MSF hanno assistito oltre 174.000 casi di malaria, curato più di 1.900 persone affette da morbillo e 89.100 pazienti per diarrea.

Più di 13 milioni di persone sono sfollate a causa del conflitto, secondo l’ONU, e molte di loro sono state costrette a fuggire più di una volta. Di queste, 8,9 milioni rimangono sfollate all’interno del Sudan, mentre 3,9 milioni hanno raggiunto i paesi vicini. Molte persone vivono in campi sovraffollati o in rifugi di fortuna, senza accesso a cibo, acqua, assistenza sanitaria o prospettive per il futuro. Le persone dipendono interamente dalle organizzazioni umanitarie, ma solo dove queste riescono a rispondere ai bisogni umanitari.

Strutture sanitarie distrutte

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre il 70% delle strutture sanitarie nelle aree colpite dal conflitto sono a malapena funzionanti o sono completamente chiuse, lasciando milioni di persone senza accesso alle cure salvavita in una delle peggiori crisi umanitarie della storia recente. Dall’inizio della guerra, MSF ha registrato oltre 80 episodi di violenza che hanno preso di mira il personale, le infrastrutture, i veicoli e le forniture. Le cliniche sono state saccheggiate e distrutte, i medicinali rubati e gli operatori sanitari aggrediti, minacciati o uccisi.

Gli edifici sono stati distrutti, perfino i letti sono stati rubati e le medicine date alle fiamme. Da lontano sembrava un ospedale, ma quando entravi era un luogo abbandonato solo a serpenti ed erba” afferma Muhammad Yusuf Ishaq Abdullah, responsabile della promozione della salute di MSF a Tawila, nel Nord Darfur, in riferimento all’ospedale di Tawila dopo che è stato attaccato e saccheggiato nel giugno 2023.  

Questi attacchi devono finire: il personale medico e le strutture non sono obiettivi.

Stagione delle piogge: aiuti a rischio

L’arrivo della stagione delle piogge, minaccia di peggiorare ulteriormente una situazione già catastrofica, interrompendo le vie di rifornimento, inondando intere regioni e isolando le persone proprio mentre la malnutrizione e la malaria aumentano. MSF chiede misure di intervento immediate prima dell’arrivo della stagione delle piogge. È necessario aprire più valichi di frontiera e le strade e i ponti principali devono essere riparati e mantenuti accessibili, soprattutto in Darfur dove le inondazioni stagionali isolano le comunità ogni anno di più.

Le restrizioni agli aiuti umanitari devono essere revocate e deve esserne garantito il libero accesso.

MSF esorta tutti gli attori – inclusi donatori, governi e agenzie delle Nazioni Unite – ad anteporre la consegna degli aiuti, garantendone la fornitura alle comunità più colpite e remote. Senza un serio impegno le vite a rischio non potranno essere soccorse.  La popolazione sudanese ha sopportato questo orrore per già due anni, e non può aspettare oltre.

EVENTO, il 15 aprile, ore 18,30, MSF e Baobab Experience organizzano a Roma la conferenza “Sudan, la guerra senza fine”, presso Spazio Pubblico, via di Porta Maggiore 52.

Intervengono: Vittorio Oppizzi, responsabile dei programmi MSF in Sudan; dr.ssa Laura Guarenti, operatrice umanitaria MSF; testimonianze di rifugiati sudanesi assistititi da Baobab. Modera: Ilaria Sotis, vicedirettrice di Radio Rai.

L’Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere

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S.P.