Nel corso della tavola rotonda svoltasi lunedì 11 aprile inaugurale di Sol&Agrifood, il Salone dell’agroalimentare di qualità in fiera a Verona fino al 13 aprile, è balsa all’occhio che il turismo rurale sta rafforzando la crescita dell’agroalimentare italiano, anche attraverso l’offerta agrituristica. Un comparto che durante la pandemia si è dimostrato più resistente rispetto al concorrente alberghiero, con un calo delle presenze del 30% contro il 50% del ricettivo tradizionale.
In merito alle ricerche di Ismea, il settore si sta riversando molto velocemente sulle nuove tendenze con il 75% degli agriturismi che ha attivato nuovi servizi nel corso del 2021 e tra i più apprezzati vi è lo spazio per lo smart working, come confermato da Ismea.
“È accentuata la richiesta verso opzioni verdi e eco-friendly, ma anche alla biodiversità – ha dichiarato Umberto Selmi di Ismea -. Cresce il desiderio di conoscenza dei processi di trasformazione del cibo, anche tramite visite guidate presso cantine, caseifici, laboratori artigianali.” Il 58% dei turisti rurali vuole approfittare di itinerari naturalistici e uno su due mira a scoprire nuovi prodotti biologici, con un agriturista su tre che vuole visitare un laboratorio di produzione agroalimentare.
“La pandemia ha fatto capire a tutti quanto è importante stare in salute e stare bene – ha ribadito il presidente Commissione agricoltura della Camera Filippo Gallinella – e oggi la richiesta è cambiata: non portare a casa solo il prodotto ma anche come cucinare un piatto tipico, come si fa l’olio, come si fa il vino. Il turista del futuro vuole portare a casa
un’esperienza.”
Il presidente Commissione politiche europee del Senato Dario Stefano, ha delineato che si sta presentando la sfida di saper rendere omogenee le offerte turistiche esperienziali italiane, ma per rendere gli olivicoltori partecipi e protagonisti nella produzione di qualità che il turista si aspetta, e capaci di afferrare queste nuove opportunità offerte dal turismo, c’è bisogno di formazione seria, a qualsiasi livello, dagli Istituti Agrari, agli Alberghieri, alle specifiche Facoltà universitarie.
L’olio in questo contesto può giocare un ruolo essenziale, come ha ricordato il presidente di ItaliaOlivicola Gennaro Sicolo: “È necessario fare chiarezza tra commodity o alimento. Noi stiamo parlando oggi dell’ingrediente principe della dieta mediterranea, che può raccontare il territorio, le nostre storie e le nostre tradizioni”.
L C
Fonti: https://www.mattinodiverona.it/