Sboarina : “troppo rischioso riprendere le attività in aula in questo momento”
Anche a Verona, per effetto dell’ordinanza regionale firmata oggi dal presidente Luca Zaia, le scuole superiori resteranno chiuse fino a domenica 31 gennaio. Tutti gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, statali e paritari, comprese le scuole di formazione professionale, proseguiranno con la didattica a distanza. Le lezioni in presenza, quindi, riprenderanno dal primo febbraio. Resta però garantita, la partecipazione a laboratori o alle attività per alunni con disabilità e bisogni educativi speciali.
Il provvedimento viene adottato in quanto le misure statali e regionali non hanno determinato il contenimento del contagio in misura tale da consentire l’espletamento del servizio scolastico. Tutto tenendo presente che in tutto il Veneto, dovrebbero, in un momento ancora critico, riprendere a spostarsi 117 mila studenti e 18 mila tra docenti e personale Ata.
Come spiega il sindaco Federico Sboarina:
“Insieme alla Prefettura e ad Atv avevamo già predisposto il rinforzo del servizio di trasporto scolastico, ma è troppo rischioso riprendere le attività in aula in questo momento. I dati non sono per niente incoraggianti, soprattutto nella nostra città. La previsione di riaprire le scuole era preoccupante, in quanto avrebbe determinato inevitabili affollamenti. Anche aumentando le corse, infatti, se ingresso e uscita dei ragazzi non sono scaglionati e riorganizzati, creano per forza delle ore di punta sui bus, utilizzati anche dai lavoratori e dagli anziani. Rischio che non corriamo con i livelli di istruzione inferiore per i quali il servizio di trasporto è organizzato in maniera completamente differente. Per tutelare la salute pubblica e anche l’economia cittadina è prudente rimandare, quindi, di qualche settimana. So che è importante per i nostri ragazzi e giovani la crescita anche personale a contatto con i coetanei e con i docenti. Si tratta di un grande sacrificio a cui adesso sono chiamati, ma faremo tutto il possibile perché questo avvenga quanto prima. Non possiamo minare adesso un possibile ritorno alla normalità entro la prossima primavera”.
G R