Dato il riordino della Ztl (zona traffico limitato), inizia il confronto tra Amministrazione comunale, stakeholders, categorie e residenti. Lo scopo finale è quello di fare sintesi delle diverse istanze per riformare l’attuale assetto della Ztl in modo che diventi un’area vivibile, sicura e accessibile a chiunque.
L’insostenibilità della Ztl, così come è organizzata tuttora, è confermata dai numeri. Infatti a fronte di 1600 posti auto presenti nell’area a traffico limitato, ci sono ben 2800 residenti con permesso di sosta autorizzato. A questi si aggiungono i 1500 lavoratori e i permessi di altre tipologie, come quelli concessi agli albergatori per i propri ospiti, senza contare le auto che accedono durante le varie finestre di apertura della Ztl.
Una situazione certamente non più sostenibile, per cui è necessaria una complessiva revisione che tenga merito di più aspetti, dalla pedonalizzazione di determinate aree o vie del centro storico alla gestione dei plateatici , dalle esigenze dei lavoratori e della società Amia per la raccolta dei rifiuti, al grande tema dell’accessibilità, in vista anche delle prossime Olimpiadi 2026, e dei conseguenti flussi turistici.
Si parte perciò con il confronto, il più ampio possibile, per raccogliere criticità, istanze ma anche diverse proposte e nuove idee sul quale costruire un nuovo assetto della Ztl, rispettoso delle esigenze di residenti e commercianti e delle regole di decoro pubblico a cui una città a vocazione turistica e culturale come Verona non può mancare.
La novità è stata annunciata martedì 30 agosto dall’assessore alla Mobilità e Traffico assieme all’assessore al Commercio, unitamente al calendario degli incontri e alla metodologia individuata, che vedrà l’Amministrazione comunale confrontarsi con singole categorie o sedersi a tavoli di più soggetti in conformità al tema da trattare.
“I numeri parlano chiaro – spiega l’assessore alla Mobilità e Traffico- E raccontano di una Ztl non più sostenibile, per la quale è arrivato il momento di una revisione complessiva che tenga conto delle istanze di tutti e che cerchi la soluzione migliore, il più possibile condivisa. I temi da affrontare sono tanti, dalla gestione della sosta alla pedonalizzazione, dal flusso dei turisti al grande tema dell’accessibilità, senza contare le richieste di residenti, commercianti e lavoratori. Non intervenire significherebbe rischiare che Verona diventi come Venezia, una città a numero chiuso, con un processo che andrebbe sicuramente ad impoverire il centro e tutto il territorio. Partiamo perciò con la concertazione, il dialogo e il confronto, è questo il metodo che perseguiremo anche per altre trasformazioni, dai quartieri alla mobilità. Siamo consapevoli che la soluzione che accontenta tutti non esiste, trasformazioni di questo tipo hanno bisogno non solo di decisioni ma anche di periodi di adattamento”.
Sulla stessa ideologia anche l’assessore al Commercio. “Non abbiamo la soluzione preconfezionata, ma la cerchiamo con un lavoro di squadra, coinvolgendo tutti i soggetti interessati- ha detto l’assessore-. Quanto ai plateatici, in questi ultimi anni siamo passati da una situazione emergenziale all’altra, abbiamo tempo fino al 30 settembre per trovare una mediazione che tenga conto dei diversi interessi. Il confronto sarà perciò il più ampio possibile, dai residenti alle categorie, dagli esercenti alla Soprintendenza, sotto un unico coordinamento che permetterà poi di fare sintesi in tempi brevi, anche grazie al contributo di tutte le forze presenti in Consiglio comunale”.