Nei due settori assolutamente più a rischio, l’agricoltura e l’edilizia, le cause degli incidenti mortali, sono ben note e ricorrenti: dei ben 163 infortuni mortali verificatisi nel settore agricolo in Veneto negli scorsi 9 anni, dal 2012 al 2021, ben 110 sono stati provocati dal ribaltamento del trattore. Nello stesso periodo in edilizia 49 infortuni mortali su 88 sono stati causati da cadute da altezze elevate. Ogni nuovo decesso che ricalchi questi schemi noti rappresenta, come diciamo sempre come Sindacato, una morte annunciata. Perché, allora, non si riescono a fermare queste stragi?
A questa domanda ha provato a rispondere la due-giorni di informazione e formazione tenutasi nei giorni scorsi in Prefettura di Verona alla quale hanno partecipato tutte le istituzioni competenti (Inps, Inail, Spisal, Ispettorato del Lavoro), le varie associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, i responsabili aziendali per la sicurezza.
“L’ennesima morte sul lavoro in agricoltura e l’infortunio grave in edilizia avvenuti nelle ultime ore ci dicono come l’iniziativa del prefetto di Verona di convocare di convocare presso la Prefettura un tavolo sulla sicurezza, richiesta da CISL con le altre OOSS, sia stato centrale”, afferma il Segretario Generale della CISL di Verona Giampaolo Veghini che ha richiamato ad alzare l’asticella e gli obiettivi.
“Serve sicuramente fare maggiore prevenzione ma due sono per noi le azioni prioritarie, in paese in cui va accresciuta la cultura del rispetto delle regole: rafforzare l’attività ispettiva con maggiori risorse umane che la Regione ed il Governo devono mettere a disposizione; coinvolgere in modo pieno e continuativo gli RLS/RLST anche in attività di vigilanza tale per cui creare un’alleanza che ponga i rappresentanti troppo spesso messi nelle condizioni di essere inefficaci per le ovvie ripercussioni sul rapporto di lavoro”.
Il segretario della federazione dei lavoratori Agroalimentari Fai Cisl di Verona Matteo Merlin prosegue: “Per l’ennesima volta un lavoratore agricolo veronese non è tornato a casa. Per l’ennesima volta schiacciato dal trattore. Non si può più aspettare, servono normative più ferree e controlli più efficaci sulla conformità dei macchinari, inserendo anche aiuti alle aziende per mettere in sicurezza o sostituire mezzi non più a norma.”
A livello nazionale italiano quasi un quarto del lavoro agricolo è sommerso, non in regola o del tutto in nero. In generale l’evasione contributiva costa alle casse dello stato il 4,9% del Pil pari a 12 miliardi di euro all’anno.
“C’è poi un fondamentale problema di cultura: è impensabile che i controlli raggiungano decine di migliaia di impresa, la cultura della sicurezza deve essere condivisa fin dall’età scolastica e deve poter contare su tutte le organizzazioni delle imprese e dei lavoratori”, afferma il Segretario Cgil Verona Raffaello Fasoli. A questo proposito la Commissione permanente istituita presso la Prefettura di Verona ha avviato una azione di lungo periodo che prevede incontri di sensibilizzazione nelle scuole e il coinvolgimento di tutte le parti sociali.
“Una misura che potrebbe far calare fino al 70% le morti per ribaltamento con trattore viene indicata nel sottoporre a revisione periodica obbligatoria anche i mezzi agricoli. In questo modo, infatti, si renderebbe più stringente l’obbligo (formalmente già vigente) dell’uso della roll bar, e si incentiverebbe le imprese a rinnovare il parco macchine sostituendo i mezzi più vecchi ed insicuri”, delucida il segretario della Cgil Verona.
L C
Fonti: https://www.mattinodiverona.it/