Nel settore del trasporto pubblico taxi stabilito uno sciopero per il 5 e 6 luglio

Per le giornate di martedì 5 e mercoledì 6 luglio 2022 saranno 48 le ore di fermo proclamato in tutta la Regione Veneto ed in Italia da addirittura 15 sigle sindacali del comparto, quelle più rappresentative cioè: Fast-Confsal, Confartigianato Taxi, Unica Filt Cgil, Tam, Satam, Usb-Taxi, Uiltrasporti, Claai, Cna Fita Taxi, Legacoop Produzione e Servizi, Unimpresa, Uritaxi, Uti, Orsa Trasporti, Casartigiani e Fit-Cisl. DDL concorrenza
“Il DDL Concorrenza interviene pesantemente sul settore del trasporto pubblico non di linea – commente il Presidente di Confartigianato Imprese Verona Roberto Iraci Sareri – nel quale coesistono piccole e micro imprese, localizzate territorialmente, in ragione del servizio di trasporto pubblico erogato a favore e nell’interesse di utenza locale in modo integrativo e complementare al servizio di Trasporto Pubblico Locale. Va ricordato che il regime delle licenze e delle autorizzazioni, di fatto, impedisce la formazione di monopoli in quanto vi è un limite oggettivo al cumulo, che è vietato nel servizio taxi e limitato nel servizio NCC. Le tariffe sono amministrate e vi sono obblighi minimi di servizio a tutela dell’utenza. Il servizio ha livelli di regolazione analoghi in tutta Europa e nel Mondo”.
“Con questo provvedimento – afferma il delegato nazionale per la categoria Taxi di Confartigianato Alessandro Nordio – il Governo intende ottenere una delega in bianco, con l’unico obiettivo, a quanto pare, di consentire a piattaforme multinazionali globalizzate di monopolizzare la domanda con una intermediazione sregolata, che verosmilmente costringerà i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro, lo sviluppo dell’artigianato e della cooperazione, eludendo il principio di competenza esclusiva e sussidiaria delle Regioni e minando la responsabilità sociale a cui deve tendere la libera iniziativa privata”.
Sebbene le ripetute richieste delle Associazioni di categoria, negli ultimi sette mesi non è stato possibile un reale confronto con il Governo italiano. La richiesta di stralcio dell’art. 10 (ex.art.8 nelle precedenti versioni del testo) è mossa dalle seguenti ragioni:
Il provvedimento non rientra adeguatamente nel merito della necessaria regolazione delle piattaforme, la diversità tra chi fa intermediazione senza responsabilità nel trasporto e chi – attraverso forme organizzative costituzionalmente tutelate dall’articolo 45 della Costituzione – effettua interconnessione tra domanda e offerta.
Non riconosce adeguatamente alle Regioni e ai Comuni il ruolo che spetta loro in virtù dell’articolo 117 della Costituzione, anzi sembra volerne limitare le competenze.
Non individua un percorso di confronto e condivisione con la Conferenza Unificata prevedendo la formula “sentita la..” e non “previa intesa con..”.
Non si pone la giusta attenzione al livello professionale degli addetti. Vengono indicati solo generici standard qualitativi più elevati, trascurando sicurezza, qualità e trasparenza, propri del servizio pubblico.
Non pone reali obiettivi ci carattere ambientale in linea con il processo di transizione ecologica, individuando risorse che si potrebbero ottenere riaggiornando la legge 12/2019 sulla base di principi che facciano riferimento all’utilizzo dei veicoli a basso impatto ambientale, individuando servizi innovativi che abbiano l’obiettivo di ridurre i costi per l’utenza e con il fine di ridurre il carico inquinante, ottimizzando l’uso dei veicoli attraverso la condivisione e l’integrazione dei percorsi.
Non pone limiti alla libera iniziativa privata trascurando la responsabilità sociale che l’eccesso di intermediazione sminuisce a scapito del mero profitto.
Non istituisce il Registro Elettronico Nazionale (REN) e le relative targhe professionali.
Infine la riforma appare più utile a risolvere un problema locale e territorialmente circoscritto, a discapito invece di esempi virtuosi che in tutto il territorio nazionale hanno consentito uno sviluppo ordinato e proficuo per l’utenza.
“Quello che la categoria andrà a dire al Viceministro Bellanova, lunedì, in sede di convocazione – afferma infine il Presidente di Confartigianato Trasporti Verona Paolo Brandellero – è che crediamo che con queste premesse ancora una volta si rischi di perdere l’occasione per una riforma virtuosa del settore, rispondendo solo a logiche economiche che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico erogato, che attualmente viene offerto senza costi per la collettività. Nei prossimi giorni torneremo inoltre a rivolgerci anche alla Regione del Veneto, che si è cercato più volte di coinvolgere in questi mesi, con l’auspicio che possa aiutarci a far comprendere la nostra preoccpazione”.

L C

Fonti: https://www.mattinodiverona.it/