Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, ha partecipato a #StileComune il meeting online organizzato da Parole O_Stili, l’associazione promotrice del progetto di sensibilizzazione contro l’uso della violenza nelle parole.
L’iniziativa pensata per le amministrazioni pubbliche, nasce da un’indagine realizzata dalla stessa associazione e secondo quanto emerso dalla ricerca, ha spiegato la presidente Rosy Russo, il 91% degli intervistati ritiene che ci sia troppo violenza nella parole utilizzate dalla politica.
Proprio per questo, sono state coinvolte le amministrazioni che hanno sottoscritto il “Manifesto della Comunicazione non ostile” per proporre iniziative, esempi e progetti concreti di applicazione del decalogo.
In verità, già a inizio anno, la giunta comunale di Verona aveva adottato, all’ unanimità, il Manifesto per la Pubblica Amministrazione.
In tutto, sono 314 Comuni, 12 università, 5 ministeri e 200 parlamentari che hanno condiviso i dieci principi del manifesto, a partire da quello che sta alla base della comunicazione non ostile: “Virtuale è reale”.
L’obiettivo del Manifesto è responsabilizzare amministrazioni e utenti a scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che i social network, pur essendo luoghi virtuali, non sono privi di regole, ma spazio d’incontro di persone reali.
Sono intervenuti il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, il sindaco di Milano Beppe Sala e il sindaco di Torino Chiara Appendino ,presente anche l’assessore all’ Istruzione di Bergamo Loredana Poli.
“In generale , ha detto il sindaco Federico Sboarina, è aumentata la tensione e l’utilizzo di parole violente sui social. I sindaci lo sanno perché sono da sempre bersaglio di sfoghi anche duri da parte dei cittadini. Proprio per questo ho diretta esperienza di come il principio ‘Virtuale è reale’ non sia sempre ben evidente. Anche a me è capitato di ricevere mail particolarmente violente e aggressive, ma poi quando ho incontrato o ricontattato chi le aveva scritte mi sono trovato di fronte a persone normali che hanno esposto le richieste in maniera corretta e assolutamente disponibili ad ascoltare le spiegazioni. È importante che la politica si impegni a dare il buon esempio e che la pubblica amministrazione collabori a non diffondere modi ed espressioni propri della comunicazione violenta”.
G R