L’obbiettivo generale della ricerca è stato comprendere l’interazione fra i comportamenti, aspetti motivazionali e psicobiologici in varie fasi e condizioni della vita, in particolare nelle situazioni di malattie neurodegenerative e di disagio psichico. Per questo fine è stato adottato un approccio esteso che ha compreso l’approfondimento delle conoscenze sui meccanismi molecolari, strutturali e funzionali – fisiologici e cognitivi – che consentono il mantenimento delle buone condizioni di salute.
Per implementare le diverse acquisizioni scientifiche e trasferirle nella pratica clinica e nella relazione con le persone, il progetto si è quindi articolato su 5 linee di ricerca che coinvolgono divere popolazioni vulnerabili: persone purtroppo affette da esiti di ictus cerebrale cronico, malati di Parkinson, giovani con sclerosi multipla, individui in età avanzata e migranti richiedenti protezione internazionale.
Il progetto in questione, della durata di 5 anni, è partito nel 2018 ed è stato sostenuto da un fondo premiale del ministero dell’Università e della Ricerca di 8.100.000 euro ottenuto nell’ambito del finanziamento ai dipartimenti di eccellenza.
- Persone affette da esiti di ictus cerebrale cronico: l’obiettivo generale dello studio è stato indagare gli effetti di un protocollo riabilitativo innovativo basato sul self-management per la presa in carico a lungo termine del paziente con ictus cerebrale, assieme alla definizione di un profilo di biomarker clinico-biologici, imaging, neurofisiologici e genetico-molecolari per definire il quadro di disabilità post-ictus. L’impatto di questa ricerca è l’attuazione di percorsi riabilitativi efficaci di “auto-trattamento” per migliorare la cura e la qualità delle persone che hanno avuto un ictus cerebrale. Lo studio ha permesso di raccogliere dati importanti sulle cause dei disturbi del movimento, cognitivi, psicologici e del dolore.
- Giovani affetti da sclerosi multipla (SM): lo scopo è stato quello di sviluppare un modello di intervento biopsicosociale in grado favorire lo sviluppo della resilienza in giovani adulti con nuova diagnosi di SM, e valutare la relazione tra variabili biologiche, psicologiche e comportamentali nel favorire la risposta alla diagnosi di SM. I risultati del progetto porranno le basi per un modello di approccio multidisciplinare biopsicosociale che porterà all’individuazione e potenziamento delle strategie più efficaci di resilienza per favorire adattamento, partecipazione, aderenza terapeutica e, in ultima analisi, benessere delle persone affette da SMin una fase cruciale della vita. Questo costituisce un importante presupposto per sviluppare interventi mirati centrati sulle esigenze dei giovani con SM, con l’obiettivo di ridurre il rischio di reazioni disadattive alla malattia e migliorare il loro benessere psicologico e la qualità di vita.
- Migranti richiedenti protezione internazionale: è stata condotta una revisione sistematica e una meta-analisi di studi controllati randomizzati e non randomizzati incentrati sulle popolazioni migranti che vivono in paesi a basso e medio reddito e in paesi ad alto reddito, per confrontare gli interventi di attività fisica con qualsiasi condizione di controllo. Il progetto sta valutando l’impatto degli interventi di attività fisica e sport su alcuni indicatori di esito relativi alla salute fisica e mentale, come tipo la riduzione dei sintomi di disturbi mentali (disturbo post-traumatico da stress, ansia e depressione), il funzionamento psicologico, le relazioni sociali e la qualità di vita.
L C