“I reati di odio. Analisi e proposte nel contesto veronese”. È questo l’argomento al centro del convegno per la riunione straordinaria dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori che si è tenuto mercoledì 26 luglio nella sede del dipartimento di Scienze giuridiche. L’evento è stato promosso dall’Università di Verona, dalla Questura di Verona e dall’Oscad – Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori.
Successivamente ai saluti di benvenuto del magnifico rettore Pier Francesco Nocini e l’apertura dei lavori a cura del moderatore e direttore del dipartimento di Scienze giuridiche Stefano Troiano, si sono tenuti i saluti istituzionali del prefetto di Verona Donato Giovanni Cafagna e del sindaco scaligero Damiano Tommasi. A susseguire l’intervento di Francesca Romana Capaldo capo segreteria dell’Oscad e vice questore della Polizia di Stato.
Il prefetto e vice-direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie Vittorio Rizzi ha tenuto la lectio magistralis dal titolo “Oscad: le nuove sfide dell’antidiscriminazione alla promozione della tutela dei diritti umani”. A susseguire la tavola rotonda dove sono intervenuti il questore di Verona Roberto Massucci, il docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Verona Daniele Butturini, il direttore del Centro di Scienze della sicurezza e della criminalità Andrea Di Nicola. Il convegno è stato chiuso dalle considerazioni finali del Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini.
Il Comitato scientifico è composto da: Stefano Troiano,Roberto Flor, Ivan Salvadori, Andrea Di Nicola, Daniele Butturini e Andrea Favaro.
I reati di odio sono motivati da un pregiudizio che l’autore nutre nei confronti della vittima, in ragione della sua origine nazionale o etnica, della sua ascendenza, del credo religioso, dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere o della sua disabilità. In una società mediatica e “social” come la nostra i reati di odio sono intrinsecamente connessi ai discorsi di odio, in particolare online, ovvero a quelle idee fondate sulla superiorità o su forme di espressione le quali si diffondono, incitano, promuovono o giustificano odio e violenza contro gruppi o individui definiti in riferimento a razza, religione, colore, ascendenza, origine nazionale o etnica.
Pur se difficili da rilevare statisticamente, nella penisola italiana reati e discorsi di odio, in particolare quelli commessi online attraverso i social network e, tuttora, anche le nuove realtà cosiddette immersive (come i “metaversi”) o mediante l’uso illecito dell’IA, sono in crescita ed è sempre più reale il rischio di un’escalation in cui dalla comunicazione che fomenta l’odio si passi alla commissione di reati, specialmente violenti, motivati dall’odio e dalla discriminazione. Il periodo pandemico che abbiamo trascorso con le sue tensioni, così come le forti pressioni migratorie che il nostro Paese vive e la grave situazione geopolitica internazionale stanno, infatti, rendendo queste sfide sempre più concrete, specialmente negli agglomerati urbani, come la città di Verona.
Così se tuttora le società politiche liberaldemocratiche sono particolarmente esposte a pericoli dei reati di odio, le istituzioni hanno una missione incalzante e fondamentale. Un ruolo di primo piano ha, in questo senso, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), che costituisce lo strumento operativo interforze di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri per la prevenzione ed il contrasto dei reati di odio e di matrice discriminatoria. Ma anche importanti istituzioni come le Università sono chiamate a fornire il proprio contributo scientifico e culturale per aiutare la società tutta a prevenire e a combattere, anche eticamente e civilmente, tali manifestazioni criminose.
Dialogo fra istituzioni pubbliche per un’azione comune; dialogo con la cittadinanza per costruire strumenti e consapevolezza: questo è il senso del convegno. E l’ateneo veronese auspica che sia l’inizio di una stretta collaborazione su questi temi con l’Oscad, che è lieta di ospitare, e con le istituzioni pubbliche che operano sul territorio e con i cittadini. Questo perché l’università di Verona possiede competenze e strumenti per contribuire a meglio comprendere le cause dei reati di odio, commessi offline e online, dei reati e dei discorsi di odio, così come alla loro analisi, identificazione ed accertamento, alla risposta ad essi e alla valutazione degli interventi idonei a contrastarli; e vuole metterli a servizio di attori pubblici, delle forze dell’ordine e della collettività. L’ateneo scaligero può fornire perciò un importante contributo attivo, affinché la comunità sociale rafforzi e consolidi quelle conoscenze e competenze che sostanziano un’autentica cittadinanza attiva, in modo da rendere il corpo sociale maggiormente sensibile e attento agli effetti antisociali e criminogeni dei reati e dei discorsi di odio, nonché degli atti di discriminazione.
Scopo ulteriore del convegno è stato ragionare sulla natura costituzionale della libertà di espressione e di informazione, sui suoi limiti, sui modi corretti di esercizio, puntando e educando sul fatto che si tratta di una libertà sociale, il cui esercizio porta all’emancipazione della società e all’incremento della responsabilità.
L C