La contemporaneità è un paesaggio costellato di sfide e di opportunità, e un luogo come l’università, da sempre votato alla ricerca e all’ elaborazione del sapere, è oggi quanto mai tenuto a misurarsi con questo paesaggio. Da una parte deve interrogare il tempo presente attraverso i saperi e le tecniche che custodisce; dall’ altra deve continuamente partecipare a tenere aperto uno spazio che sia rivolto a ciò che è nuovo, inatteso ed enigmatico.
L’università di Verona ha scelto di percorrere questa strada seguendo un itinerario eccentrico e innovativo, decidendo di ospitare, all’interno dei propri spazi, la mostra Contemporanee/contemporanei, nata dall’importante collaborazione con il collezionista veronese Giorgio Fasol. L’arte contemporanea ha infatti la capacità di destabilizzare con forza ogni discorso acquisito e sedimentato, aprendo a nuove visioni e alla necessità d’introdurre nuovi immaginari. Su questo sfondo si è deciso di dare vita a Contemporanea, una piattaforma transdisciplinare per fare della mostra Contemporanee/contemporanei un vettore di apertura verso il territorio e apertura verso il territorio e la città.
Contemporanea promuoverà una continua interazione tra la ricerca e la società civile, s’impegnerà nel trasferimento della pluralità dei linguaggi che abitano gli spazi universitari verso la sfera pubblica; valorizzerà la partecipazione e il coinvolgimento degli studenti e delle studentesse anche al di fuori della semplice attività didattica; utilizzerà le forme espressive della contemporaneità – il teatro, la letteratura, la musica, la filosofia, il cinema e le arti visive – come occasioni d’incontro per generare conoscenza e pensiero critico.
Il progetto e la sua forza creativa si fondano sull’idea che in modi diversi tutte le discipline che l’ateneo veronese raccoglie possano concorrere a disegnare per Verona, città universitaria, un profilo internazionale, fortemente votato all’ interpretazione del mondo che cambia e alle opportunità che incessantemente lo attraversano.
Il primo progetto pensato all’ interno di Contemporanea è “Lessico per un tempo a venire”, una serie di video realizzati da docenti dell’ateneo con l’intento, in dialogo con le opere della mostra Contemporanee/Contemporanei, di individuare parole capaci non solo di misurare il tempo e le trasformazioni in cui viviamo, ma anche di configurarne direzioni impreviste e inaspettate.
I video, che si sviluppano come dialoghi condotti da Nicola Turrini, assegnista di ricerca in Filosofia, saranno pubblicati il mercoledì alle 11 sulla pagina dedicata del sito Univr www.univr.it/contemporanea e alle 18 sulla pagina Facebook.
Gli appuntamenti sono:
- mercoledì 17 giugno con “Superfici” di Riccardo Panattoni, docente di Etica e psicoanalisi nel dipartimento di Scienze umane, che analizzerà l’opera Rilascio dell’artista Emanuele Becheri. Il video sarà affiancato dal contributo realizzato dallo studente Raffaele Tognolini che, come altre giovani studentesse e studenti, ha adottato un’opera della mostra Contemporanee/Contemporanei.
- Mercoledì 24 giugno sarà Valerio Terraroli, docente di Storia dell’arte contemporanea nel dipartimento di Culture e civiltà, a indagare il concetto di “Assenza” grazie alle opere Untitled di David Adamo e …after Szeemann di Giovanni Morbin.
- mercoledì 1 luglio ci sarà “Somatografie” con Nicola Pasqualicchio, docente di Discipline dello spettacolo nel dipartimento di Culture e civiltà, , con l’analisi delle opere Inseguendo la Mano Destra (Monica Vitti ne L’Eclisse di Antonioni) di Pierre Bismuth e La Danse di Étienne Chambaud.
- mercoledì 8 luglio Markus Ophælders, docente di Estetica nel dipartimento di Scienze umane, indagherà la “Continuità” grazie all’opera Performing Time di Ivan Moudov, affiancato dal video realizzato dalla studentessa Angelica Rivetti.
Il progetto riprenderà poi a settembre con gli interventi di Alberto Scandola, docente di Storia e critica del cinema, Olivia Guaraldo, docente di Filosofia politica, Federico Leoni, docente di Antropologia filosofica, e Massimo Natale, docente di Letteratura italiana.
“Possiamo pensare la contemporaneità come la prossimità di uno spazio che non si deve mai smettere di ricercare nel tempo presente che siamo destinati a vivere”, spiegano i curatori del progetto. “Uno spazio rispetto al quale siamo chiamati a trovare le modalità per abitarlo, le parole per descriverlo, le visioni per immaginarlo. Un movimento che, spingendoci in avanti, ci sfida a trovare chiavi di lettura capaci di cogliere le sue difficoltà, ma anche le sue enormi potenzialità. La creazione di un Lessico per un tempo a venire ci è sembrato un modo fecondo per accogliere questa sollecitazione e mantenere viva la tensione tra il concetto di contemporaneità e il tempo presente, permettendoci di intravedere nuove possibili geografie di quello che sarà il mondo a venire”.
G R