Verona Sociale

Cerimonia commemorativa in ricordo della odissea dei soldati veronesi della divisione Acqui

Grande partecipazione e commozione venerdì 20 settembre nella mattinata alla cerimonia commemorativa dell’81° Anniversario dell’Eccidio Divisione Acqui di Cefalonia e Corfù, che si è svolta al Parco delle Mura, in circonvallazione Oriani, di fronte al monumento eretto a Verona nel 1966 dallo scultore, partigiano e poeta Mario Salazzari, in onore dei caduti veronesi.

Alla Cerimonia erano presenti il sindaco di Verona Damiano Tommasi, la sottosegretaria di Stato, in rappresentanza del Ministero della Difesa e del Governo senatrice Isabella Rauti, gli assessori alla Memoria storica Jacopo Buffolo e alla Sicurezza Stefania Zivelonghi, il prefetto Demetrio Martino, il Comandante della Divisione Acqui Gen. D. Maurizio Fronda, il Comandante del Comfoter di Supporto Gen. di C.A. Massimo Scala, il presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui Claudio Toninel. Intervenute inoltre numerose autorità civili, militari e religiose, locali e nazionali, i labari e le bandiere delle Associazioni d’Arma, Combattentistiche e della Resistenza e i gonfaloni dei Comuni della Provincia di Verona e di altri giunti da tutte le Regioni d’Italia, in particolare quello della città di Firenze e dell’Università degli Studi di Padova, posti accanto a quello di Verona, tutti decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, ai quali si è affiancato anche il Gonfalone del Comune di Vestenanova, unico della provincia di Verona, decorato di Medaglie di Bronzo al Valor Militare.

Per la prima volta purtroppo non erano presenti i reduci e i superstiti della Divisione Acqui, molti dei quali recentemente scomparsi o impossibilitati per l’avanzata età.

Presenza importante quella degli alunni e delle alunne e degli insegnanti e delle insegnanti delle cinque classi terze dell’adiacente istituto S.M. Betteloni, che la scorsa primavera hanno partecipato alla “Corri Acqui”, con la bandiera dell’Istituto.

La storia. Dopo l’8 settembre 1943 il presidio tedesco dell’isola intimò all’Acqui di arrendersi. Il comandante non solo rifiutò la resa, ma il 14 la intimò ai tedeschi. La risposta fu un violento attacco aereo alle postazioni italiane, contro le quali fu sferrata una violenta offensiva di mezzi corazzati da parte dei nazisti.

Pur combattendo con valore, gli italiani – inferiori per armamento e privi di protezione aerea – il 22 chiesero la resa, dopo avere perduto 55 ufficiali e oltre 3.000 militari.

I tedeschi, dopo la resa, fucilarono 4.800 soldati e 341 ufficiali, compreso il comandante della divisione. Altri 2.000 militari persero la vita, per l’affondamento della nave, mentre erano trasportati sulla terraferma.

I superstiti della divisione si unirono all’ELAS e presero parte alla Resistenza contro i tedeschi.

Secondo lo studio di Silvano Lugoboni, del COMFOTER di Supporto, solo a Cefalonia c’erano ben 471 soldati veronesi, di cui se ne contano 18 fucilati, 14 deceduti, 87 dispersi (5 nel Mar Ionio a causa ffondamento piroscafi), 15 dispersi in prigionia oppure in altre zone della Grecia, Balcania e Germania. 163 le perdite veronesi, 220 I.M.I. (Internati Militari Italiani), 304 rimpatriati, 94 soldati rimasti prigionieri sull’isola di Cefalonia come lavoratori coatti, 30 incorporati nel C.I.L.

Sempre secondo l’analisi delle fonti storiche, risultano anche 14 ufficiali veronesi, di cui 4 deceduti, 8 fucilati e 1 disperso sull’isola di Cefalonia. Se ne salvò solo uno.

Il monumento dedicato ai soldati a Verona. Lo storico Monumento fu eretto a Verona nel 1966 dallo scultore, partigiano e poeta Mario Salazzari, in onore dei numerosissimi veronesi appartenenti ai reparti dell’Acqui, oltre all’elevato numero di caduti a Cefalonia e Corfù. Fu inaugurato nello stesso anno, alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio, l’onorevole Aldo Moro.

Cerimonia. A ricordo degli eroi che perirono in nome della libertà, nel corso della mattinata sono state deposte tre corone d’alloro al monumento dedicato alla Divisione Acqui: la corona del Governo, la corona del Comune e la Corona dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui.

“I conflitti si superano deponendo le armi e dando valore all’incontro e al dialogo. Per fare questo bisogna continuare ad alimentare le positive occasioni di confronto fra le istituzioni – ha dichiarato il sindaco Damiano Tommasi –. La nostra città quest’anno ha ospitato eventi importanti, che hanno evidenziato quanto il mettersi in relazione sia un elemento fondamentale nella costruzione di ponti che collegano realtà diverse e messa in campo di azioni per evitare di nuovo ciò che sta accadendo in diversi paesi nel mondo.

A Verona si sono tenuti l’Arena di Pace, con la partecipazione di Papa Francesco, e due incontri legati alle Presidenze del G7, dove i rappresentanti si sono ritrovati intorno ad un tavolo per riflettere su responsabilità e doveri a cui rispondere, in favore sia delle nuove generazioni che delle istituzioni stesse, chiamate a investire per il miglioramento delle proprie comunità. Il cambiamento è possibile a partire dalla creazione di nuovi linguaggi e di scelte che favoriscono la costruzione di relazioni positive fra cittadini e cittadine.

Dobbiamo distanziarci dalla storia del secolo scorso. Un momento buio dell’umanità, da cui è fortunatamente scaturita la nostra Costituzione, sulla quale tutti noi poggiamo i valori fondanti dell’essere comunità.

La fascia che porto oggi, in rappresentanza di una città medaglia al valore militare, è una grande responsabilità ma anche un simbolo di quello che tutti noi siamo tenuti a fare, soprattutto come istituzioni.

L’eccidio di Cefalonia e Corfù è l’epilogo di un percorso costruito sulla violenza, sull’odio e non sul dialogo.

Un epilogo tragico, il quale con il passare del tempo sta perdendo i suoi testimoni oculari, come tutti i drammatici eventi che hanno contraddistinto il secolo scorso. Il nostro compito è di mantenere viva la memoria, esaltando i tanti uomini e donne che con il loro sacrificio hanno permesso di costruire quella società libera e democratica che oggi conosciamo e viviamo. Non è una cosa scontata. Ogni giorno vediamo cosa accade in altri Paesi e come la pace non sia scontata, ma vada costantemente alimentata e difesa. Si può fare solo con il dialogo e l’amicizia fra istituzioni, per tenere unite le comunità e non dividerle”.

Ad inizio mattinata è stata deposta una ghirlanda di fronte al monumento dedicato al generale Salvatore Pianell, ai giardinetti di viale Piave, in occasione del 142° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria, per mano del sindaco Giulio Camuzzoni.

Siciliano d’origine, Pianell fu il primo comandante del corpo d’armata di Verona successivamente alla dominazione asburgica. Stabilitosi a Verona nel 1866, riuscì ad evitare che i forti austriaci venissero demoliti, anzi ne favorì la ristrutturazione in modo che potessero essere usati dall’esercito italiano.

 

L C

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