Anche quest’anno stanno ricomparendo in alcune parti di Verona e della regione Veneto le zecche. Il loro morso è alquanto indolore, ma può provocare diverse malattie, fortunatamente tutte curabili. L’habitat ideale delle zecche è rappresentato da zone ricche di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalle diverse specie. Le zecche proliferano laddove trovano ospiti da infettare, per questo, luoghi come stalle e ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti.
Dal 2019 la Regione Veneto garantisce la vaccinazione anti-encefalite da zecche (TBE), ma oltre alla vaccinazione esistono anche diverse norme comportamentali di prevenzione. In generale viene consigliato di indossare abiti chiari e coprire le estremità, evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri e non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta; al termine dell’escursione, effettuare un accurato esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e togliere le zecche eventualmente presenti.
Oltre a questo, si ricorda di trattare sempre gli animali domestici (cani) con appositi prodotti contro le zecche, soprattutto a ridosso di una escursione e controllare, scuotere ed eventualmente spazzolare gli indumenti ancor prima di portarli all’interno delle abitazioni per poi lavarli.
Una delle potenziali cause di questo aumento delle zecche sarebbe anche l’incremento di animali selvatici come i camosci, cinghiali, daini e cervi; gli incubatori degli agenti patogeni, trasmessi poi dalle zecche sono topi e altri roditori, oltre a volpi e lepri.
Dall’inizio dell’anno, come riporta l’Ulss 9 Scaligera, sono stati più di 30 gli accessi di pazienti punti dalle zecche, un numero stranamente alto dato che di solito i primi di punture casi avvengono all’inizio dell’estate. Il motivo è probabilmente il perdurare del periodo di siccità invernale, assieme al caldo anomalo che è scoppiato già in primavera.
L C
Fonti: https://www.mattinodiverona.it/