Gli intensi combattimenti a Gaza City continuano a impedire a migliaia di persone di lasciare l’area in sicurezza. Medici Senza Frontiere (MSF) hanno cercato negli ultimi sei giorni di evacuare parte del suo personale, assieme alle loro famiglie (137 persone in totale, di cui 65 bambini), attualmente intrappolato all’interno di alcuni locali dell’organizzazione umanitaria vicino all’ospedale Al Shifa. MSF chiede con urgenza un cessate il fuoco, l’unico modo per ottenere corridoi di evacuazione sicuri per migliaia di civili.
Da sabato 11 novembre, il personale di Medici Senza Frontiere, insieme alle loro famiglie, non esce a causa dei continui e ripetuti combattimenti. Martedì 14 novembre sono stati sparati proiettili contro una guesthouse di MSF, fortunatamente senza causare vittime. Ieri, l’ufficio è stato colpito da schegge, mentre il serbatoio dell’acqua della guesthouse è stato raggiunto da colpi di artiglieria. Sabato 18 novembre i combattimenti, molto intensi, si sono avvicinati parecchio al luogo dove si trova lo staff di MSF.
Migliaia di civili intrappolati negli ospedali e in altri luoghi di Gaza City subiscono attualmente la stessa sorte e rischiano di morire nei prossimi giorni, se non persino ore.
“I nostri colleghi sentono il rumore costante degli spari, dei colpi di artiglieria e dei droni. Lo sentiamo quando parliamo con loro al telefono. Evacuare verso il sud di Gaza rimane insicuro” afferma Ann Taylor, capomissione di MSF nei Territori Palestinesi Occupati. “Sono terrorizzati, hanno finito il cibo da diversi giorni e i bambini hanno iniziato ad ammalarsi per aver bevuto acqua salata, devono essere evacuati subito”.
Jenin: Ambulanze bloccate dall’esercito israeliano
Nel frattempo, in Cisgiordania, sabato 18 novembre l’esercito israeliano ha circondato gli ospedali di Jenin, compreso il Khalil Suleiman, supportato da MSF, durante diverse incursioni in un campo profughi della città. Dal complesso dell’ospedale sono state udite esplosioni e spari. L’équipe di MSF all’interno del pronto soccorso non ha potuto ricevere e curare i feriti provenienti dal campo profughi, poiché le ambulanze sono state bloccate dall’esercito israeliano.
“Gli attacchi al personale e alle strutture sanitarie sono diventati una routine in tutta la Cisgiordania e si sono intensificati dal 7 ottobre. Gli operatori sanitari vengono regolarmente attaccati dall’esercito israeliano, mentre le ambulanze non possono muoversi liberamente per raggiungere feriti e malati. Questi attacchi devono cessare subito” afferma il capomissione di MSF nei Territori Palestinesi Occupati Renzo Fricke.
L C