Nella struttura di San Fidenzio, in località Novaglie, potranno trovare ospitalità persone prive di soluzioni alloggiative autonome, che devono osservare le misure della quarantena obbligatoria in quanto positive asintomatiche al virus COVID-19, o dell’isolamento fiduciario perché entrate in contatto diretto con soggetti contagiati. Persone senza fissa dimora, ma anche anziani che vivono soli, senza alcun riferimento familiare e per i quali a San Fidenzio sono invece garantite cure e assistenza adeguate. Una soluzione anche per i detenuti che escono dal carcere, come già avvenuto con i primi due ospitati nei giorni scorsi.
Il protocollo è stato firmato in municipio dal sindaco Federico Sboarina, insieme all’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco, dal Prefetto Donato Giovanni Cafagna, dal direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi e da mons. Cristiano Falchetto in rappresentanza della Diocesi Veronese.
L’accordo, valido fino al termine dello stato di emergenza, prevede che:
- il Comune, attraverso i Servizi sociali, provvede alla fornitura dei pasti, alla pulizia e sanificazione dei locali della struttura;
- la Diocesi mette a disposizione gratuitamente la ‘Casa di Spiritualità San Fidenzio’, attrezzata con 40 posti letto e ritenuta idonea per assolvere alla funzione richiesta;
- l’Ulss9 effettua i controlli sanitari, garantisce il trasporto in sicurezza degli ospiti ai fini dell’inserimento nella struttura e si impegna a individuare altra idonea collocazione del beneficiario in caso di sviluppo di sintomatologia durante il periodo di ospitalità;
- la Prefettura garantisce il coordinamento dell’attività di ospitalità.
“Ancora una volta, attraverso la collaborazione delle istituzioni, riusciamo a dare una risposta concreta a situazioni di particolare disagio e marginalità, rese ancora più complicate dall’emergenza sanitaria , ha detto il sindaco . Penso ai senza tetto, ma anche agli anziani soli che, senza alcun familiare, rischierebbero di vivere il periodo di quarantena senza cure e assistenza. Una soluzione che incontra anche le esigenze del nostro carcere, laddove si presentino casi di detenuti in dimissione ma positivi al Covid-19 e che, come già accaduto, non abbiano un luogo dove rimanere in protezione. Uno sforzo che ci vede in prima linea dall’inizio dell’emergenza, con l’obiettivo non solo di salvaguardare la salute di tutti i cittadini, ma anche di non lasciare indietro nessuno, mettendo in campo azioni e progetti per risolvere tutte le criticità legate sia alla situazione sanitaria che alle difficoltà economiche”.
“Nel nostro agire quotidiano sono molti e differenti i casi di difficoltà, solitudine e marginalità che ci troviamo a gestire , ha aggiunto l’assessore Bertacco . Questo protocollo è una soluzione per quei casi che, in assenza di un luogo protetto, potrebbero mettere a rischio la salute altrui, oltre che la propria. Nella casa di San Fidenzio sono rispettate tutte le misure per il contenimento del virus, a tutela degli ospiti così come degli operatori. Così come avviene nella struttura di ricovero di via Corbella, a Cadidavid, dove i tamponi effettuati hanno dato esito negativo per ciascun operatore e per gli ospiti. Ciò dimostra la professionalità e il rigore dei lavoratori, un messaggio che serve anche a rassicurare i cittadini che vivono in zona. Nei giorni scorsi si erano creati degli allarmismi per l’arrivo degli operatori sanitari, chiamati per l’aggravarsi di un caso oncologico che è stato trasferito in ospedale”.
“Il protocollo sottoscritto oggi,dice mons. Falchetto, si avvale della trasversalità di più soggetti, che si mettono insieme per trovare e raggiungere la migliore soluzione ad un determinato problema. Se per la Chiesa si tratta di mettere in atto una delle sue principali attribuzioni, ovvero quella di essere cattolica – aggiunge mons. Falchetto -, per gli altri soggetti non è un processo scontato, e si realizza solo in mancanza del cosiddetto ‘complesso dell’olio’. Nessuno vuole essere il primo né il migliore, ma si lavora tutti insieme perché è con il gioco di squadra che si vince”.
“Ringrazio tutti coloro che hanno consentito di arrivare in così breve tempo alla sottoscrizione del protocollo , ha detto il Prefetto Cafagna . La Prefettura ha il compito di verificare l’attuazione delle funzioni di esecuzione e monitoraggio delle misure sul contenimento del virus. Ciò è possibile se si crea collaborazione e condivisione di intenti tra le istituzioni del territorio, ciascuno con gli strumenti a disposizione. Con la Diocesi abbiamo affrontato nei giorni scorsi il caso del detenuto positivo asintomatico che, una volta uscito dal carcere, non aveva un posto dove restare in sicurezza per la quarantena. Da lì, oltre a trovare subito soluzione al caso, è nata l’idea di reperire un luogo per altri casi simili, con l’appoggio del Comune e dell’Ulss 9 Scaligera. Queste settimane di emergenza sanitaria sono state caratterizzate senz’altro dalla responsabilità dimostrata da tutte le istituzioni, che hanno collaborato e fatto squadra dal primo momento”.
Il Prefetto ha anche sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni per affrontare la Fase 2 legata all’emergenza. “Il dialogo deve proseguire come e più di prima. Ci apprestiamo ad affrontare importanti cambiamenti su molti aspetti della vita quotidiana, serve un approccio scientifico per capire come attuarli al meglio. In tal senso sarà molto prezioso il contributo dell’Università, con valutazioni di merito e indicazioni a lungo termine”.
“Le istituzioni hanno avuto un ruolo fondamentale nell’affrontare la Fase 1 dell’emergenza sanitaria ha ribadito il direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera Girardi . A Verona, così come in provincia e in tutto il Veneto, tutte le attività per il contenimento del virus sono state svolte in modo efficace, grazie alla collaborazione costante di tutte le istituzioni. Negli ultimi due mesi non c’è stato un solo giorno che non ci fosse il confronto con tutti i sindaci della provincia, per monitorare la situazione e coordinare gli interventi”
“L’incidenza della malattia è in netta diminuzione, anche se la provincia di Verona mantiene purtroppo il primato del Veneto per numero di contagi , ha ribadito Girardi . Non solo le negativizzazioni stanno superando le positività, ma stiamo assistendo ad una mutazione del virus per cui alcuni pazienti guariscono già in terapia intensiva, senza i passaggi precedentemente necessari. In tutti gli ospedali della provincia la situazione è in progressivo miglioramento, con alcuni reparti di terapia intensiva pressoché vuoti. Dalla nostra parte c’è poi la tecnologia, che si evolve di giorno in giorno, con importanti traguardi sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Qualora in autunno il virus dovesse ripresentarsi in maniera importante, saremo preparati e sapremo affrontarlo come sistema e come cittadini. Intanto ci prepariamo a questa fase di progressiva normalità. La ripresa delle attività anche da parte del sistema sanitario sta ricominciando, con prenotazioni di visite e prestazioni. Non siamo ancora tornati ai livelli di prima, ma stiamo cercando di ripristinare i servizi in tutti gli ospedali. Dal 18 maggio, a Villafranca, riprenderà anche il percorso nascite. Mi ritengo assolutamente ottimista e credo che nei prossimi giorni avremo conferma del trend positivo, frutto dei sacrifici fatti da ciascuno di noi”.
G R