Secondo la dott.ssa Annalisa Tiberio esperta pedagogista, nonchè assessore all’Istruzione al Lavoro e alla Legalità del Comune di Villafranca, le paure nei bambini sono normalissime e variano in base all’età. In particolare:
1) quando si vede un estraneo (8/9 mesi);
2) separazione da un genitore (12/18 mesi con apice a 2/3 anni);
3) paure per i mostri, le streghe, il temporale, il buio (3/5 anni) ;
4) paura di essere rapiti, paura dei ladri, paura delle malattie (6/12 anni).
“Noi adulti pensiamo spesso che la paura sia sbagliata invece è una reazione normale, primitiva e comportamentale sana. Per spiegare ai bambini situazioni come questa del Coronavirus basta pensare al loro mondo, un mondo immaginario fatto di fumetti, cartoni e giochi simbolici è popolato anche di personaggi che muoiono, sarà più facile per noi adulti parlare di situazioni di malattia e anche di morte, riferendoci alle lotte tra nemici e alle uccisioni dei mostri, alle favole e a quello che accade. Parlando il linguaggio del bambino e guardando la realtà con gli occhi della fantasia, riusciremo a far partecipare i bambini alla situazione reale, lasciandoli liberi di esprimere le loro emozioni e consentendo loro di prepararsi con i loro tempi a comprendere ciò che stiamo vivendo“.
“Spiegare in modo semplice e chiaro cosa è successo perchè i bambini, soprattutto i più piccoli, possono farsi strane idee. Meglio allora dare delle semplici e chiare spiegazioni, cercando, per quanto possibile, di ripristinare a breve il ritmo quotidiano, così da evitare il caos al bambino.
non utilizzare eufemismi: non usate spiegazioni o spiegazioni che rimandano a qualcosa di astratto nei bambini il pensiero astratto non c’è, il rischio è quello di instaurare un’attesa di un qualcosa che non arriverà.
non allontanare i bambini da casa mandandoli dai nonni o da parenti che abitano in un luogo con casi zero, il rischio sarebbe quello di fargli vivere la situazione come una cosa sbagliata non capirebbe perché lo avete allontanato privandolo magari del vostro affetto in un momento così delicato. Il bambino potrebbe sviluppare dei sensi di colpa rispetto alla situazione. Non bisogna mai dimenticare infatti che il pensiero del bambino è di tipo egocentrico ed è facile che possa convincersi che è sua la responsabilità di quanto accaduto”.