Buongiorno Wilma, dove ha la sede la sua associazione e da quando è operativa?
R: L’associazione ha la sede a Verona in via Lucio III, in 3 aule della Parrocchia “Ognissanti” Croce Bianca ed è operativa dal 2001.
Cosa vi ha spinto a creare questa associazione?
R: Alcuni volontari trapiantati e con l’approvazione della vedova del piu’ famoso chirurgo e pioniere nei trapianti hanno deciso la fondazione dell’associazione per dare un aiuto concreto ed un consiglio ai futuri trapiantati
Quali iniziative state portando avanti e quali prevedete per il futuro?
R: Il 15 marzo saremo in P.zza Brà dalle 10.00 alle 16.00 in occasione della Giornata dedicata a “Salute Renale per Tutti ed Ovunque: dalla prevenzione alla diagnosi, equo accesso ad assistenza e cura”
Domenica 19 aprile a Colognola ai colli organizziamo ogni anno la festa del trapiantato d’organo
Sabato 12 dicembre presso la sede organizziamo il “Concerto di Natale”- insieme aiutiamo la vita
Quali sono i vostri obiettivi?
R: L’associazione promuove, sostiene e sensibilizza sulla prevenzione delle malattie renali quindi educazione alla salute e ai fattori di rischio – la donazione anche tra persone viventi (non e ne parla quasi mai sui mas-media) e quindi la solidarietà umana-
Con le altre associazioni riuscite ad essere in sinergia?
R: obiettivi “simili” sono con “associazione trapiantati fegato e Cuore e Aido”
Vuole dichiarare qualcosa ai nostri lettori?
R: Le malattie renali fanno parte della categoria delle Malattie non-Trasmissibili ed attualmente colpiscono 850 milioni di persone nel mondo. Un adulto su dieci soffre di insufficienza renale. Le malattie renali si possono prevenire ed è possibile posticipare la progressione verso l’insufficienza renale tramite una diagnosi precoce ed un trattamento tempestivo della patologia. Essendo la richiesta di organi molto superiore all’offerta di reni da donatore deceduto, l’unica possibilità alternativa è rappresentata dalla donazione da vivente. Va considerato che più tempo si rimane in dialisi, minore é la sopravvivenza dei pazienti dopo il trapianto. Questa è una ragione molto forte a ridurre il tempo passato in dialisi. La disponibilità di un trapianto da vivente può ridurre la permanenza in dialisi o addirittura evitarla: infatti il trapianto da donatore vivente può essere effettuato prima dell’inizio del trattamento dialitico In questi pazienti la sopravvivenza del rene trapiantato e di chi lo riceve si è dimostrata migliore nel lungo termine.
In certi Paesi dove la cultura della donazione è ben radicata, la percentuale del trapianto da donatore vivente ha superato quella da donatore deceduto; in Italia, invece, c’è poca informazione relativa a questo argomento e quindi il trapianto di rene da donatore vivente riguarda solo il 12% di tutti i trapianti di rene. I medici sono comunque tenuti a garantire lo stato di salute e di benessere del donatore con indagini approfondite sia prima che dopo la donazione, osservando e perseguendo il principio di non nuocere il donatore vivente- donare è dare una nuova vita ad una persona che prima era schiava o della dialisi o della insufficienza renale.
“Ci hai donato la cosa più bella al mondo, la vita. Anche se essa, per tutti noi è stata un po’ crudele nessuno ha mai smesso di lottare, e tutta questa forza la dobbiamo a quelle persone sconosciute che hanno saputo dire di SI alla donazione”
Grazie mille per la collaborazione
G R