Il cuore e l’anima delle persone non hanno una disabilità, esiste solo il desiderio di amare ed essere amati. Si è svolta venerdì 14 febbraio nella mattinata l’evento per dare voce all’amore autentico, attraverso le poesie realizzate da persone con disabilità dei 19 Centri diurni di Verona e Provincia e dagli studenti di alcune scuole locali.
Sono stati i loro versi d’amore ad aprire, al Teatro Stimate, l’ampio programma di iniziative realizzato a Verona per tutto il fine settimana in occasione di San Valentino.
Infatti in un teatro gremito si è svolta la premiazione della I° edizione del concorso “Anch’io mi innamoro sai?”, promosso dall’associazione La Grande Sfida insieme al Comune di Verona. Presentate quasi una cinquantina di poesie, da cui sono stati selezionati e premiati 25 componimenti, che nel corso dell’evento sono stati letti della professoressa Elisa Zoppei.
Successivamente ha preso vita sul palco un dialogo tra innamorati di diverse generazioni, con gli interventi di una coppia di persone con disabilità intellettive, una coppia di studenti e una coppia di anziani, innamorati da una vita. Presente per l’occasione anche l’assessora alle Politiche sociali e al Terzo settore Luisa Ceni.
“È bello iniziare la giornata dedicata agli innamorati con questa iniziativa – evidenzia l’assessora Ceni – un’occasione per mettere in luce una tipologia di persone che sono viste in maniera diversa dagli altri e che invece rivendicano la loro uguaglianza, il loro diritto di cittadinanza. Mi piace molto il titolo scelto per questo concorso di poesia ‘Anch’io mi innamoro, sai?’, è questo il modo che ci piace di comunicare e di dare attenzione a chi spesso attenzione non ha”.
“Il concorso ci racconta della passione di tanti giovani e meno giovani per la poesia – afferma il presidente associazione La Grande Sfida Roberto Nicolis –. Il cuore e l’anima delle persone non hanno una disabilità, esiste solo il desiderio di amare ed essere amati. Un tema che abbiamo voluto esplorare anche con il coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori, perché spesso le parole che sono utilizzate nelle poesie, come delicatezza, tenerezza, dolcezza, possono fare da contraltare per contrastare violenza, prevaricazione e odio”.
L C