Verona: emergenza sanitaria ed emergenza disoccupazione.
Oltre all’emergenza sanitaria, c’è un nuovo nemico che la città e la sua provincia dovranno affrontare nei prossimi mesi. E’ lo spettro della disoccupazione e della mancanza di lavoro causati proprio dall’emergenza sanitaria ancora in corso, che aumenteranno in primavera quando cesseranno gli indennizzi e le casse integrazioni.
Una piaga che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla tenuta del tessuto sociale cittadino. La povertà è spesso il punto di partenza di fenomeni di microcriminalità piuttosto che di reati legati all’usura o alla corruzione.
Il progetto promosso dal Comune e dalla Diocesi di Verona attraverso la costituzione di un Fondo tutelato, gestito dalla Fondazione “Beato Giuseppe Tovini”, ha l’obiettivo di evitare tutto ciò. Infatti il fondo è destinato alla realizzazione di interventi per il sostegno al reddito attraverso forme facilitate di accesso al microcredito ma anche a raccogliere opportunità di inserimento lavorativo e occupazionale.
Tre gli step in cui si articola il progetto:
- apertura del Fondo tutelato con Iban già attivo per ricevere donazioni
- chiamata degli Stati Generali ( Istituzioni di Verona e provincia, politiche, economiche e sociali, scuola, realtà economiche, associazioni ) a sottoscrivere il patto di corresponsabilità legato al progetto
- elaborazione di veri e propri percorsi di ricollocazione per le persone che hanno perso il lavoro a causa della pandemia, presso realtà economiche che hanno subito meno i danni da pandemia
E’ questo il principio su cui si basa l’iniziativa, promuovere quell’agire responsabile per il quale chi ha di più contribuisce ad aiutare chi ha di meno o addirittura ha perso tutto. Solo così si previene l’impoverimento generale della comunità, a vantaggio di tutti.
Come ha detto monsignor Zenti :
“E’ l’occupazione la vera urgenza che dovremo affrontare nei prossimi mesi. Troviamo il modo con il quale chi è disoccupato, possa sentirsi utile alla società. L’aiuto economico non è sufficiente per togliere le persone dalla condizione di povertà, serve un percorso di reinserimento lavorativo ed occupazionale. A Verona ci sono molte aziende in buona salute. Ma anche famiglie benestanti, associazioni, istituzioni, tutti possono e devono essere orgogliosi di contribuire a rendere Verona solidale come non lo è mai stata. Saranno convocati gli Stati Generali per firmare il patto di corresponsabilità, una sottoscrizione vera e propria al progetto, ciascuno con i mezzi e le possibilità che ha a disposizione.
Questa è la più grande sfida che attende Verona, qui dimostrerà se è all’altezza della sua storia. Io ci credo”.
G R